La proposta della Giunta Regionale Veneta (link) che dal 2013 ha promosso l’organizzazione delle attività diagnostiche anche nelle fasce orarie notturne e festive, ha avuto una discreta eco mediatica. Dopo il Veneto seguirono le iniziative in Piemonte (Osp San Giovanni Bosco) e in Puglia. Sostenitori e detrattori si susseguirono nella varietà di opinioni lasciando sul campo qualche strascico sospetto.
La trasmissione televisiva Report , infatti, nell ottobre 2013 rilevava alcune perplessità circa l’organizzazione delle attività e lo stesso presidente della SIRM, Carlo Faletti, dichiarava apertamente che l’iniziativa ” .. è “inefficace” e “rischia di sovraccaricare gli organici e le attrezzature vetuste dei nostri ospedali, che per oltre 40% ha più di 10 anni” (QS 20 Dic 2013).
A chi credere?
Forse la chiave di lettura sta nel capire quale sia la criticità da affrontare e, di conseguenza, valutarne la soluzione adottata. La questione, infatti, gravita attorno a diverse problematiche che vengono messe in campo per avallare, giustificare o criticare l’ iniziativa a seconda del punto di vista, degli interessi.
Cosa si cerca di risolvere, quale criticità viene affrontata? credibilità politica, disoccupazione, incentivazione del personale o liste di attesa?
A voi la sentenza.
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